I russi Edoma sono un’altra freccia di recupero da parte dell’olandese Petrichor. L’etichetta rende così digeribile su larga scala un debutto che non poteva essere lasciato nelle fauci del più fitto underground ancora a lungo (è uscito originariamente nel Maggio 2020 in forma digitale). Da lì il passo per rendersi conto della qualità di Immemorial Existence sarà breve, molto breve e pure dannatamente bruciante ed efficace.
Manici infuocati di freddo fuoco sputano fuori riffs ispirati e dannatamente ficcanti. Velocità, ragionamento ed ispirazione uniscono le loro particolarità a favore di un black metal capace di guardare dritto in casa di alcuni maestri svedesi, ma con la benedizione del sound degli Immortal o il tocco dei più attuali Mgla. Il tiro diventa subito una cascata di ghiaccio irrefrenabile, un alito suadente capace di incatenarci a ridosso di canzoni tanto implacabili quanto stordenti.
Gli Edoma ci riversano contro un fiume in piena dai toni magnetici e ferali. I 45 minuti sono un’onda d’urto pronta a travolgere e calpestare ogni senso. Fiera è la sezione ritmica, mentre la forza traino sarà logicamente affare di strette, impervie ma melodiche chitarre pronte a scolpire ghiaccio dietro ogni brusca, frenetica frenata (ed emergeranno parecchie stalattiti, eccome se emergeranno).
Immemorial Existence parla da solo e dispiega il suo valore fin da subito. Di certo non lascia positivamente allibiti o incantati, ma dalla sua saprà esprimere solidità e soggiogare a dovere in qualità di esperto mago manovratore. Nonostante sia ben chiaro che la sensazione di superiorità data dai capolavori non risieda qui, c’è da dire che gli Edoma con le loro armi riescono a difendersi e confezionare nella loro piccola dimensione un disco sul quale bisognerà piantare la propria lente d’ingrandimento.
La forza di Immemorial Existence acquisisce spessore e forma con l’avanzamento di una tracklist capace di generare le più liete sorprese forse proprio da metà in giù (come non rimanere incantanti da Depletion of Faith, dalla gelida incandescenza di Last Hours, da Demons of Eternal Twilight o dall’eccellente e tormentata chiusa di Permafrost). L’opera scende a mo’ di valanga, disperdendo una fredda e certa nutrizione per le nostre malinconiche serate invernali.
Io dopo il primo ascolto lo avevo già inserito in carrello ed ordinato, nessun tentennamento, solo tanta voglia di spararlo a tutta, il più a lungo possibile.
Morning Star Heathens Music Group, Analög Ragnarök (2020), Petrichor (2021)
Tracklist:
- Gates
- Herald of Death
- Edoma
- Northern Hearth
- Depletion of Faith
- Labyrinth of Torment
- Last Hours
- Demons of Eternal Twilight
- Permafrost