C’è di tutto, la creazione pronta a fondersi con sensazioni calde e danzanti, ora colme di potente spiritualità. In Circle mette subdolamente in azione leve emotive evidenti ed importanti. Fonde con garbo folk, umori apocalittici a pungenti attimi eterei. Il tutto verrà esibito con calma, con addosso la consapevolezza che un percorso va giudicato solamente alla fine, e solo dopo aver esposto tutte le carte che si avevano nel mazzo.
Dal progetto Dor ho potuto estrapolare esperienze che passano attraverso certi fili cali ai Current 93 e arrivano all’intimo operato dei Rome. Ci sono poi eleganza e un “passo calmo” che porta dritto alla coscienza Dead Can Dance. Tuttavia percepisci chiaramente che c’è pure dell’altro, che dietro le composizioni di In Circle ci sono influenze variopinte in grado di evadere talvolta dal “settore” di riferimento. Influenze che ci faranno balzare da una parte all’altra del mondo, dal folk americano a certi umori esotici, sino a piombare su altri “viaggiatori” appartenenti all’Est Europa.
Insomma, c’è da sbizzarrirsi e da attivare le sonde interiori per poter rilevare il tutto (e probabilmente non sarà mai abbastanza e qualcosa finirà per sfuggirvi). Con In Circle i Dor compiono un girotondo musicale preparato al dettaglio (ispirato dal romanzo intitolato Manoscritto trovato a Saragozza), con accortezza, spiritualmente elevato e movimentato da sani principi passionali immessi dal fondatore Francesco Fioretti.
Sarà proprio la presenza di uno spiccato grado eclettico a differenziare un prodotto abile nello sprigionare uno spiccato potere magnetico che ci condurrà per mano attraverso un particolare “senso di crescita” a seguito del susseguirsi di nuovi ascolti.
L’intimo folclore parte con Horowitz, canzone che ci impone e modella l’andatura con ritmiche e nenie particolarmente persuasive. Ho poi particolarmente apprezzato la drammaticità e il senso di incombenza profusi da Black Maps prima dell’arrivo della danza eclettico/tribale a nome The Grave. Ritmi pronti a trascinare, a colmare e creare cunicoli sonori ingombranti ed efficaci.
La sensuale Gomelez ci posiziona nel suo crescendo da applausi (“The one real place given to us, when we are alone”, impossibile non commuoversi), prima del senso impellente e delle vibrazioni date da Resting Ground e Acabondo.
Se volete un ascolto senza dubbio particolare con In Circle lo avete trovato. Questo tripudio emotivo non smetterà un solo attimo di solleticare i vostri dubbi e le vostre certezze, rendendo onore in primis allo spirito creativo e poi alla scena musicale italiana che potrà fermarsi – con tutta calma – ad abbeverarsi ad una preziosa quanto mutevole fonte.
Summary
Drown Within Records/Toten Schwan Records (2023)
Tracklist:
01. Horowitz
02. Black Maps
03. The Grave
04. Gomelez
05. Resting Ground
06. Oracle
07. Acabondo
08. El Fin