Depravation – III: Odor Mortis

Nel 2013 era uscito il loro II: Malecictvm, un lavoro che mi aveva decisamente convinto, figlio bastardo di più generi che riusciva nel suo intento dinamitardo e razziatore.

Ad oggi, e così su due piedi, mi viene da pensare che mai avrei pensato ai Depravation in qualità di band capace di prendersela come dire “comoda”; invece sono dovuti trascorrere ben sette anni (nel mezzo ci mettiamo giusto una manciata di split ed ep) prima che l’arrivo di codesto III: Odor Mortis diventasse cosa certa. L’approdo su Lifeforce Records dovrebbe per il resto essere testimone di una certa qualità.

Ma i nostri non hanno perso dimestichezza con il genere e anzi, possiamo quasi affermare con giustezza di come abbiano cullato e covato la loro formula per proporcella oggi più massiccia e adulta che mai. Sarebbe impossibile non notare la diversità che sta alla base delle due uscite, i Depravation di oggi ragionano molto di più ma dall’altra parte “arrotondano” le lance in dotazione e colpiscono con giustezza laddove richiesto, forti di una produzione che ovviamente mi risulta più affabile e potente.

III: Odor Mortis non esita a si fa spazio con velocità (magari togliamo giusto l’ultima e per loro “stravagante” Nothingness dal lotto), usando appieno i suoi trentasette minuti di durata. Le liriche si danno il cambio di ritmo fra tedesco e inglese, se vogliamo una ulteriore forma di colorazione che possiamo attribuire alla loro musica di oggi (l’esordio vedeva solo l’uso dell’inglese). Spetta a Casting Fear rompere il silenzio, pezzo che posso bollare da subito come mio preferito della combriccola. La voce “sgozzata” del cantante sarà un toccasana per chi è solito camminare con il coltello fra i denti, ma una certa varietà non mancherà di fare appello (giusto per capire l’antifona dell’album) già dalla seconda Peitschenhieb.

Nove i brani (si conta fra essi anche la strumental/sussurata Sickness) pronti a reggere botta ed innalzare un leggero quanto concreto miglioramente rispetto al disco d’esordio. III: Odor Mortis vi farà battere ancora il piedino sui reflussi hardcore di Misery, sugli spunzoni melodici di Beug Dich (pezzo da sentire per capire come funziona la loro musica), sulla scorbutica ed agonizzante Amboss o in occasione della concisa Arrival e della più robusta The Endless Night.

Black metal e hardcore su forma rozza e rancida. Ma i Depravation in fondo sono bravi e buoni e si premurano di farci arrivare tale messaggio con quanta più chiarezza e distinzione possibile. Il disco finisce per alimentarsi come un fuoco ed appaga secondo promesse.

70%

Summary

Lifeforce Records (2020)

Track List:

01. Casting Fear
02. Peitschenhieb
03. Misery
04. Beug Dich
05. Sickness
06. Amboss
07. Arrival
08. The Endless Night
09. Nothingness