Defechate – Unbounded

Disco di esordio per gli italiani Defechate, il loro Unbounded arriva a distanza di due anni da Overthrown into Oblivion, ep che aveva rappresentato il gradino di partenza per la band.

La francese Great Dane Records decide di scommettere su di loro, su persone che possono vantare una certa esperienza nei circuiti underground (Luke Scurb degli Humangled e Giuseppe Tatangelo di Glacial Fear, Zora ed ex Schizo fra gli altri), persone che fanno trasparire anni di fatiche e passione all’interno di un prodotto che non riscriverà di certo i limiti del genere brutal/death metal, ma che “a suon di darci” riesce ad esprimere un suo fascino ed un suo perché.

I Defechate affondano le mani nel vecchio, nel marcio e nell’apparente semplicità. Dico apparente perché le canzoni presentate su Unbounded non sono poi così banali, si avverte la ricerca, la voglia di spingersi verso qualcosa che va dritto verso rabbia e “mutazione”, della volontà di evadere da una certa staticità mentre una carneficina sonora/vocale inizia a mietere e sprigionare un suo sapore lentamente.

La scuola death americana recita il ruolo di padrona di casa, ma i Defechate riescono comunque a distinguersi, lasciandoci addosso quel sapore tipico da disco estremo made in Italy anni ‘90. E via così, con Luke intento a scorticare la sua chitarra e Giuseppe pronto ad infarcire il tutto con linee di basso persuasive ed una prestazione vocale assolutamente selvaggia e pestilenziale.

Il confine tra il cestinare un titolo di questo tipo è tanto facile quanto è facile finire invischiati nelle fitte trame costruite per l’occasione. Potrei menzionare Naked Thoughts, Burning Like the Water, Oxydized Man o l’ultima Il Signore del Disordine come migliori del lotto, ma è pur vero che se il piede di partenza sarà buono finirete con l’apprezzare tutto l’insieme (e drasticamente il contrario se la scintilla non scatterà), un insieme che scarta la sola The Unbound Storm, canzone che metto personalmente un gradino sotto il resto.

Ad Unbounded non manca di certo il coraggio e la voglia di costruire musica estrema con innata brutalità, deviazione e menefreghismo nei confronti di tutto ciò che è moderno. Un ascolto che in ogni caso non passa inosservato. Brutal death metal che ti lavora i fianchi con rispetto ed insistenza.

60%

Summary

Great Dane Records (2022)

Tracklist:

01. Hyperammonaemic
02. Naked Thoughts
03. Burning Like the Water
04. Unexpected Denier
05. Repent to Be Dead
06. Oxydized Man
07. Epicurean Herd
08. The Unbound Storm
09. Just Falling Leaves
10 Il Signore del Disordine