L’estremo che si nutre di estremo e di sfavillante eccesso pronto a plasmare senza limiti la materia putrefatta del black metal.
Il buco nero formato dagli inglesi (per due terzi) Decoherence allarga il suo raggio d’azione in occasione del secondo album intitolato Unitarity (uscito sotto l’egregia Sentient Ruin Laboratories), un disco che prende al suo interno l’immaginario di Mayhem, Abigor, Dodheimsgard, Deathspell Omega e Darkspace per proiettarlo verso la distorsione del nostro sistema uditivo senza il bisogno di evidenti strizzate d’occhio.
Freddo, smarrimento e dispersione dominano un prodotto capace di lasciare già all’inizio un forte e pungente sentore. Ma l’elevata esposizione a questo caos rarefatto non farà altro che allenare prepotentemente le nostre orecchie, le quali si faranno sempre più ingolosire da note pungenti ed astratte, estremamente caotiche anche se manovrate con accortezza da una squadra che sa senza dubbio quali bottoni andare a pigiare (non semplice produrre la necessaria confidenza su tali frequenze).
Dischi come Unitarity sono pura manna, gesti di creazione che non possono passare inosservati alla frangia più esigente della platea estrema. Le note di questo album risucchiano con forza diretta e precisa dentro un oscuro vortice; i sensi restano ovattati, lasciandosi rapire senza ammiccamenti di sorta lungo tre quarti d’ora di abulici e poco confortevoli abbracci.
Forze che si muovono a gravità zero e remano a favore di una dissonanza che non lascerà scampo. Verremo chiusi dentro un ambiente ben preciso e massacrante, da lì non ci schioderemo più. Ogni freccia di questo Unitarity aggiunge peso (se vogliamo potremo definirlo: piacente fastidio) e solidità, in poche parole ci farà dimenticare sia la nostra dimensione corporea che la nostra transitorietà.
I Decoherence attraverso questo sei percorsi (mai semplici, mai troppo brevi) annichiliscono con una forma black metal dai risvolti asettici ed industriali. Per tanti non sarà semplice scenderci a patti, ma per altri la sensazione di stordimento rappresenterà il premio tanto ambito, molte volte magari solo sfiorato.
La solida confusione prodotta dai Decoherence va per me premiata sotto ogni aspetto. Un prodotto il loro Unitarity da prendere con le pinze della consapevolezza, un abissale incontro che potrà generare discrete turbe o mostruosità ancora sconosciute. Un ghiotto pastone dalla lama affilata lasciato al suo destino dentro lo spazio profondo.
Per quanto mi riguarda da comperare a mano bassa.
Summary
Sentient Ruin Laboratories (2020)
Tracklist:
01. Final Boundary State
02. Equilibrium Unreached
03. Metastable Phase Transition
04. Torsion Formed
05. Remnants
06. Unitarity Violation