Certo che ai tempi di The Perfect Cult nessuno poteva immaginare (salvo disgrazie) che sarebbero passati nove lunghi anni prima che gli svedesi Deathstars ributtassero nella mischia un disco di inediti.
Così è stato, i cantori del “dark, industrial rock/metal” sono tornati con Everything Destroys You, un lavoro che ce li propone invecchiati, consapevoli e così diversi da essere sempre uguali. Si, potete stare tranquilli, la loro formula consolidata nei precedenti quattro album non viene minimamente scalfita (d’altronde non avrebbe avuto senso dopo tutto questo tempo ritornare con un approccio differente), e le dieci nuove composizioni non fanno altro che ampliare, o meglio esplorare un certo discorso melodico che vige da sempre in seno alla band.
La loro musica non ha pretese se non quella di offrire un nucleo di tracce propositivo e che possa subito impattare con le personalità a lei affini. Qui c’è lo studio dell’immediatezza sintetica, un gioco a cui loro hanno deciso di legarsi sin dal principio. Di volta in volta si è cercata più ruffianeria ma senza uscire mai dai cardini saldamente piantati.
La voce di Whiplasher Bernadotte è sempre quella, invecchia ma non può che confortare nelle sue varie interpretazioni mentre le tastiere di Nightmare Industries volteggiano come aquile su ogni pezzo, determinando spunti, inni e mutazioni del caso.
This Is è il manifesto iniziale che ti aspetti, pezzo quadrato con riff alla Rammstein dotato però di quel tocco Deathstars al momento del refrain che ti apre un po’ il tutto. Con la successiva Midnight Party sembrano tornare i sinuosi tempi di Night Electric Night (qui cominciano anche degli affiancamenti corali femminili che faranno spesso comparsa all’interno dell’economia del disco) prima che la title track ci offra un sentore Type O Negative innestato al loro DNA (ritornello per me è tanta roba).
La ruffianeria marchiata Deathstars emerge a tutta nella persuasiva Between Volumes And Voids (semplicità al servizio, non posso che adorarla) che è anche un mondo opposto di agire rispetto alla negatività di An Atomic Prayer. Per quanto possibile i Nostri cercano sempre “andature differenti” all’interno della tracklist, certo, niente che possa scappare dal recinto, ma pur sempre un lodevole sforzo posto alla solida base.
The Churches Of Oil sembra essere l’anello debole di Everything Destroys You ma con loro non c’è mai troppo da fidarsi a riguardo. Nessun problema comunque, in chiusura troviamo due bei calibri rispondenti ai nomi di The Infrahuman Masterpiece e Angel Of Fortune And Crime (un brano che ti fa tornare a tutta tra le loro vecchie rovine).
Con Everything Destroys You si va a danzare dentro un’oscurità stratificata. I Deathstars ci presentano finalmente un nuovo ballo (se qualcuno ci vorrà vedere della ruggine la vedrà, chi non ci bada invece esulterà), nonostante gli anni messi alle spalle (produttivi o meno che siano) non possiamo che prendere, ascoltare e gioire nella nostra piccola sfera privata. Non cambieranno le loro sorti, il loro marciare interesserà pochi, ma un altro buon ascolto è stato servito.
Summary
Nuclear Blast (2023)
Tracklist:
01. This Is
02. Midnight Party
03. Anti All
04. Everything Destroys You
05. Between Volumes And Voids
06. An Atomic Prayer
07. Blood For Miles
08. The Churches Of Oil
09. The Infrahuman Masterpiece
10. Angel Of Fortune And Crime