Dark Funeral – We Are the Apocalypse

Con i Dark Funeral eravamo rimasti a Where Shadows Forever Reign (anno 2016), album che sanciva il ritorno della band svedese su livelli davvero eccellenti e competitivi. La paura di veder persa la ritrovata ispirazione era concreta, d’altro canto i sei anni trascorsi dal nuovo We Are the Apocalypse potevano essere visti o intesi su differenti livelli.

Cura dei particolari e sicurezza di ottenere il miglior disco possibile oppure difficoltà nell’incastrare nuove trame all’interno di un marchio stagnante e privo di sbocchi? Si sa, i Dark Funeral non hanno mai brillato per varietà o per capacità di uscirsene con “soluzioni alternative”; sono sempre rimasti fedeli ad un preciso stampo ed ancor oggi se guardiamo con spirito negativo alla loro musica possiamo trovare le stesse identiche cose partorite già da tempo. Il nuovo We Are the Apocalypse non fa alcuna eccezione a riguardo, i soliti tempi, le solite strofe, il solito modo di aggredire. Però – con risultato alla mano – viene da pensare che gli anni trascorsi siano stati spesi bene (certo, poi il periodo legato al covid ha allungato i tempi), e così possiamo parlare oggi di una doppietta “sopraffina” se collegata al già menzionato predecessore. In fondo, visto l’andamento della carriera e la testardaggine di fondo, cosa potremmo volere di più da una band che calca le scene del black metal da ormai trent’anni?

L’opener Nightfall ci riconsegna i Dark Funeral in forma smagliante. Il brano rapisce, appare formalmente ineccepibile grazie a strofe persuasive e ad un refrain magnetico e perforante (qualità, qualità e qualità!). Ancora meglio se possibile fanno con la seguente Let the Devil In, qui le chitarre di Lord Ahriman e Chaq Mol dipingono melodie svedesi senza tempo, aiutate da un ritornello dove Heljarmadr arriva a sputare l’anima confermandoci così la bontà della sua scelta avvenuta nel già lontano 2014.

When Our Vengeance Is Done suggella un tris d’apertura da tramandare, qui violenza e riffing diabolico si prendono la scena dando sonore e gelide mazzate al fruitore. L’attenzione, la cura nei confronti delle nuove creazioni appare senza ombra di dubbio molta e ce ne accorgeremo nel protrarsi di una tracklist imponente ed abile nello spaziare su differenti tempistiche.

Le zanne di Nosferatu penetreranno le carni prima di lasciare il passo “all’oscura e tormentata ballad” When I’m Gone (che potrebbe spiazzare molti ad un primo ascolto). Con Beyond the Grave torna l’intensità a girare a mille (qui si inizia a capire che il disco ti terrà incollato senza mollare mai un centimetro) mentre A Beast to Praise si inerpica, stringendo la sua morsa sempre di più. Chiudono la questione le spintonate imponenti di Leviathan (in fondo, a modo suo, piuttosto varia) e una title track rapida, implacabile ed annichilente, dotata ancora di strofe particolarmente avvincenti.

Se restiamo confinati con i paragoni diretti verso Where Shadows Forever Reign possiamo dire che questo We Are the Apocalypse riesce in qualche maniera (e molto mestiere) a superarlo al “photo finish”. E pazienza se i punti dati dai singoli apici qualitativi siano infine a lui sfavorevoli, il disco raggiunge il suo particolare picco e non lo molla, lasciandoci addosso un ottimo sentore di rivalsa, coesione e vittoria.

Insomma, l’entusiasmo cerca di restare moderato ma non ci riesce in fondo così bene: We Are the Apocalypse convince e vince la sua personale battaglia contro la maledetta luce e ci mostra i Dark Funeral in assoluta forma.

76%

Summary

Century Media (2022)

Tracklist:

01. Nightfall
02. Let The Devil In
03. When Our Vengeance Is Done
04. Nosferatu
05. When I’m Gone
06. Beyond The Grave
07. A Beast To Praise
08. Leviathan
09. We Are The Apocalypse