Non c’è da girarci troppo attorno. I Cypecore sono stati bravi a scavare e a versare indomito sudore per formare una breccia indelebile (almeno per me) nel corso degli ultimi tempi. Reputo infatti i loro Identity (2016) e The Alliance (2018) delle autentiche chicche, e mi aspettavo solo una ulteriore “magia” dopo aver appreso della venuta di Make Me Real.
Posso affermare di essere deluso dopo averlo ascoltato? Forse in parte, e forse solo dopo un primo impatto conoscitivo. Dopodiché le cose hanno iniziato a remare verso un’altra direzione, anch’essa debbo dire soddisfacente. Certo, mi ritrovo a pensare e a dirvi che il livello non è esattamente lo stesso degli album che hanno preceduto Make Me Real, però bisogna ammettere che di carne sul fuoco ne arrivano ad ammucchiare comunque.
Si avverte una certa volontà da parte dei Cypecore di ruotare l’obiettivo di qualche centimetro, di voler cercare di allargare (o allungare) quel loro caratteristico sound. Tale movimento è proprio ciò che inganna e che mi ha fatto inizialmente dubitare. Resteremo forse interdetti, nonostante bisogna dire di come il trademark alla fine emerga come al solito, pulito ed arrembante.
Neoteric Gods ha il passo pesante ma svela già le piccole novità che potremo trovare all’interno della nuova fatica. Sto parlando di un forte sapore alla Soilwork respirabile su certi refrain puliti come quello appunto di Neoteric Gods o come quelli delle successive Pinnacle of Creation e I’ll Be Back.
Sulla title track il loro stampo si fonde ad una dimensione non distante da quella Alice In Chains, sfociando in un ritornello capace di ghermire con garbo, prima dell’atto di semina e convalida di solide radici, ormai introdotte in maniera nevralgica al nostro interno (quella canzone che può fare “svoltare” diverse dinamiche, io l’adoro).
Non posso poi esimermi dal menzionare King of Rats, canzone che sembra estrapolata dal miglior taccuino dei Pain di Peter Tägtgren o l’attacco della strofa di Fragments (anche il chorus non si discute per qualità), tonante e ritmata a dovere, anche quella di I’ll Be Back non scherza affatto in termini di compressione. Poi c’è quella Patient Zero che messa là in fondo conquista simpatia, vigore e motivo di esistere dietro la svolta di ogni nuovo passaggio.
La qualità ormai acquisita vige e diventa corazza, e tutto viene rilegato a dovere dalla solita ed ottima produzione in grado di enfatizzare le volontà precise e ridondanti dei Cypecore.
In generale si parla di un disco propenso a fluire piuttosto che compiere l’atto o l’intenzione di lasciarci in corpo un segno indelebile. Il suo pregio finale penso sia proprio questo alla fine, l’intrattenere senza appesantire, ovviamente non verremo “marchiati” o forgiati nel ricordo, ma a suon di darci Make Me Real perseguirà i suoi obiettivi e dunque a valorizzarsi, a farsi volere insomma onestamente bene.
Summary
Easthaven Records (2024)
Tracklist:
01. Intro
02. Neoteric Gods
03. Pinnacle Of Creation
04. Doomsday Parade
05. King Of Rats
06. Fragments
07. I’ll Be Back
08. Patient Zero
09. Outro