Make Me Real è l’album numero quattro per i tedeschi Cypecore.
Non c’è da girarci troppo attorno. I Cypecore sono stati bravi, bravissimi, a scavare e a sudare senza tregua per aprire una breccia indelebile – almeno per me – nel panorama degli ultimi anni. I loro Identity (2016) e The Alliance (2018) li considero autentiche gemme, e quando ho saputo dell’arrivo di Make Me Real, mi aspettavo “solo” l’ennesima magia.
Posso dire di essere rimasto deluso al primo ascolto? Forse un po’. Ma è stato un impatto iniziale, legato più alle aspettative che alla sostanza. Col passare del tempo le cose hanno cominciato a muoversi in un’altra direzione, diversa, sì, ma comunque soddisfacente.
Ammetto che il livello generale non tocca l’eccellenza dei due lavori precedenti. Ma la carne al fuoco è abbondante e ben condita.
I Cypecore sembrano aver voluto ruotare l’obiettivo di qualche grado con Make Me Real, cercando di espandere e smussare leggermente i bordi del loro sound ormai riconoscibilissimo. Ed è proprio questo movimento, questa apertura, che può trarre in inganno: disorienta al primo impatto, ma alla lunga rivela una coerenza e una lucidità d’intenti notevoli. Il trademark della band, fortunatamente, non tarda mai a riaffiorare. Così pulito, arrembante, inconfondibile.
Neoteric Gods apre con passo pesante ma lascia subito intravedere qualche novità, in particolare un gusto melodico che richiama fortemente i Soilwork. Ben evidente nei ritornelli puliti, presenti anche in Pinnacle of Creation e I’ll Be Back.
La title track, Make Me Real, miscela lo stile della band con atmosfere che non sfigurerebbero in un album degli Alice In Chains. Il ritornello cattura con garbo e affonda radici profonde, diventando – almeno per chi scrive – uno di quei brani capaci di far “svoltare” la percezione dell’intero disco.
Impossibile non citare King of Rats, che sembra uscita dal miglior taccuino dei Pain di Peter Tägtgren, o l’impatto secco e ritmato della strofa di Fragments (notevole anche il chorus, impossibile metterlo in discussione).
E ancora, I’ll Be Back spinge forte sulla compressione, mentre Patient Zero, posta in chiusura, conquista a ogni passaggio per energia, carisma e senso di collocazione.
La qualità acquisita ormai è una corazza. Tutto viene incasellato con precisione dalla solita produzione impeccabile, che esalta ogni scelta della band e amplifica l’impatto generale.
Nel complesso, Make Me Real è un disco che preferisce fluire piuttosto che colpire a fondo. Non ambisce a lasciarci addosso un segno indelebile. Preferisce puntare a tenerci compagnia, con classe e misura. E forse è proprio questa la sua forza: intrattenere senza mai appesantire.
Non verremo marchiati a fuoco, certo, ma ascolto dopo ascolto il disco si fa apprezzare sempre di più. E alla fine, sì, Make Me Real riesce a farsi volere davvero bene.
Summary
Easthaven Records (2024)
Tracklist:
01. Intro
02. Neoteric Gods
03. Pinnacle Of Creation
04. Doomsday Parade
05. King Of Rats
06. Fragments
07. I’ll Be Back
08. Patient Zero
09. Outro