Con il monicker Contempt of the Light si accende null’altro che la semplice e mai doma passione grazie alla volontà di Micke Broberg (scuola Unanimated). Le storiche legioni di affezionati al vecchio marchio di fabbrica (importantissimo) del melodic death/black svedese devono marcare presenza obbligatoria se non vogliono soffrire l’esclusione da tale territorio e dalle meraviglie musicali a lui annesse.
E così In The Darkest of Times tuona come un monito di questi tempi. Il disco scorre che è un piacere e incontrare la voce “amica” del buon Micke basta a rinvangare precisi ricordi o smuovere con determinazione certe emozioni. Se poi andiamo ad aggiungerci lo zampino di Dan Swanö e dei suoi Unisound Studio il pacchetto “nostalgia” può dirsi completo in tutto e per tutto. Ogni cosa è ben conosciuta e riposta con cura nel suo cassetto ed è bello così, con alcuni dei pochi rimasti ancora coinvolti, e devoti a ricreare le dinamiche che furono. Obbligo o passione? Penso che entrambi i fattori giochino un ruolo fondamentale ai fini del nome Contempt of the Light e va bene così, quantomeno finché i prodotti sono di livello come questo debutto.
L’anima dei Dissection appoggiata sulle ovvie influenze degli Unanimated più melodici rendono l’impatto con la prima Serpent’s Tongue un piccolo tripudio. Un disco come In The Darkest of Times piomba tra noi ricordandoci i tempi in cui Naglfar, Dark Funeral, Necrophobic e Lord Belial espellevano le loro fatiche migliori. L’effetto ristagno non c’è, ed una produzione secca e “in your face” sarà pronta ad attaccarvi a viso aperto senza presentare il minimo timore.
Brani come Sworn To Eternity vengono così bene solo a chi dentro la scena svedese ci è nato e cresciuto (il riffing fa battere il cuoricino su ogni canzone). Naturalmente in tanti possono avvicinarcisi, scimmiottare e persino arrivare a convincere, ma quella scintilla dentro riescono a mettercela solo quelli che hanno plasmato un certo metodo e qui lo arrivi a percepire con assoluta limpidezza. In tal modo saremo rapiti su melodie perfette e un cantato che va a cucirsi addosso secondo leggi divine.
The Black Flame stringe che è un piacere nella sua rapida e persuasiva efficacia. The Moonlight’s Bane tenta invece di ampliare la questione prima della drammatica e viscerale Shadows Under The Sun e di una title track tanto spirituale quanto mordace.
Nasce così nel 2021 un disco bellamente “rubato” al passato. Con In The Darkest of Times i Contempt of the Light tengono in vita un modo di intendere e di volere. L’album, nella sua espressione di semplicità non può di certo insidiare le opere passate, ma ci porta senza dubbio addosso una rinnovata voglia di andarle risentire con la giusta carica e la dovuta passione. Puro carburante per lo spirito.
Summary
Silent Watcher Records (2021)
Tracklist:
1. Inferno Of Plague And Pestilence (Intro)
2. Serpent’s Tongue
3. Sworn To Eternity
4. The Black Flame
5. The Moonlight’s Bane
6. Shadows Under The Sun
7. In The Darkest Of Times
8. Released Into Oblivion
https://www.youtube.com/watch?v=NbyCt7Mb43s