“O li ami, o li odi“, il discorso andrebbe ampliato genericamente a tutto il funeral doom, ma chissà come mai finisce per calzare a pennello ai russi Comatose Vigil. Era così per il primo disco Not A Gleam of Hope e per il mini cd Narcosis, figuriamoci se non doveva andare bene anche per il secondo e “mastodontico” (sotto tutti i punti di vista) Fuimus, Non Sumus….
Ai nostri piace agire “semplice” ma non in maniera semplificata, nascono in tale modo sentieri d’assurda staticità “recitati” su brani lunghissimi (questa volta saranno solo tre, rispettivamente di 27,23 e 24 minuti) in qualità di “maratone sfiancanti”, composizioni in grado di “lobotomizzare” chiunque, anche l’accanito follower di turno (via le distrazioni, bisogna restare focalizzati).
Bisognerà sapersi prendere del tempo (che grande ovvietà per questo genere) e non cadere vittime della fretta, di voler arrivare alla fine il prima possibile, solamente in questa maniera Fuimus, Non Sumus… riuscirà a schiudere la propria raggelante ed impalpabile bellezza.
Non si suona puro funeral doom senza avere in dote la passione necessaria, i Comatose Vigil da questa visuale devono essere degli accaniti sostenitori del genere. Poiché non si scrivono canzoni come la title track, Autophobia o The Day Heaven Wept senza possedere un saldo e ben radicato trasporto verso il genere a cui “si presta giuramento”. Non si arriverebbe mai a quella particolare soglia “di fastidio” che tanto male potrebbe fare in sede di critica o approccio. La formazione è strumentalmente ineccepibile, le chitarre scavano continui solchi lasciando addosso profondi vuoti, pieni d’ineccepibili e laceranti ferite, il growl è esattamente lì dove deve essere, ed ingaggia un gioco basato al rallentamento. Ma una menzione speciale se la prendono le tastiere, solennemente efficaci nel loro continuo operato dalle tinte nefaste ed opprimenti. Un trionfo generante pura oppressione, questo è Fuimus, Non Sumus… in poche risaltanti parole, solo se ricercate una situazione simile potrete dirvi interessati alla release, altrimenti i problemi per voi saranno una fedele e crescente costante.
Continuo ad approvare in toto l’artwork delle loro produzioni, bellissimo affiancare la nuova “perla nera” a quelle espulse in precedenza. Se guardiamo con attenzione (e i giusti occhi) la copertina, ci renderemo subito conto di come i Comatose Vigil continuino a parlare chiaramente attraverso l’uso di immagini e sensazioni primarie. La maggior fatica sarà la preparazione, dopodiché ci sarà il disco a prendersi cura di noi, le sue promesse saranno mantenute, quantomeno per un’ora e un quarto circa di vita.
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Summary
Solitude Productions (2011)
01. Fuimus, non Sumus…
02. Autophobia
03. The Day Heaven Wept