Cirkeln – Kingdoms That No One Remembers

Di recente formazione il progetto svedese Cirkeln, la partita è interamente giostrata dal solo Våndarr e dalla sua passione per il genere e le storie fantasy. L’immaginario e i riferimenti al Signore Degli Anelli si sprecano dunque (ma non saranno i soli, i più ferrati potranno intuire dove si và a parare sulle note di The Dreaming City ad esempio), unitamente all’amore per il precursore della scuola epica Quorthon che con la sua musica ha certamente influenzato le cellule primarie di questo Kingdoms That No One Remembers.

Il disco si lascia notare soprattutto per il suo “non essere poi così semplice da ascoltare” come forse le tematiche lascerebbero contrariamente intuire. C’è da combattere più che da altre parti diciamo, e questo nonostante la melodia finisca per rappresentare una grossa fetta dell’insieme con annessi fattori di scorrevolezza.

Cirkeln con Kingdoms That No One Remembers manda praticamente in scena una battaglia fra la ricercatezza e la passione e risulta una scoperta senza dubbio piacevole da esplorare.

Fantasy black metal che si lascia avvincere ed attrarre da un lato epico decisamente “adulto”; il tentativo è abbastanza chiaro, ed è quello di volersi scrollare di dosso alcune ovvietà, tranelli in cui molti precipitano quando è il momento di cimentarsi con questo singolare genere. L’album ci viene venduto in un modo quando è a tutti gli effetti, almeno musicalmente “pagan/epic metal” (con qualche venatura più tradizionale) parecchio enfatico.

Potenti vibrazioni a cavallo della poesia dell’anello lanciano in modalità ferale Kingdoms That No One Remembers prima che la seconda in scaletta Golden Rauros ci prenda con impeto e malinconia. Ships racchiude ed esprime meglio di tutte le armi condensate dentro quest’opera prima: da una parte c’è l’influenza sacra di Quorthorn, dall’altra troviamo le gesta della partenza dei Noldor alla ricerca della loro vendetta (e il pathos non può che salire).

I palati più grezzi verranno poi soddisfatti sulle note di The Castle prima di passare al suo ideale opposto nella melodica e dilatata Sing of Frozen Dreams (ad occhio la vedo come la più debole dell’insieme). Nel finale si registrano la presenza dell’ottima e guerriera The Dreaming City , “l’impresa” di musicare l’inimmaginabile con la strumentale Ainulindalë – Of the Music Of The Ainur e la veloce, piccola cavalcata melodica della title track.

Il monicker Cirkeln promette ampie dosi di melodia sospesa e viandante, pronta nel calpestare serpeggianti sentieri che guardano direttamente in faccia i Bathory del “lato epico”. Kingdoms That No One Remembers è cosa che và ascoltata di notte, ancor meglio se sdraiati sulle rive dell’Anduin.

L’importante trampolino di lancio della Naturmacht Productions riuscirà a far circolare il nome abbastanza bene. Ora non ci resta che stare a vedere come si evolverà la situazione, e non mi stupirebbe vedere il nome Cirkeln sulla bocca di tanti nei prossimi tempi. C’è da crescere, ma la partenza si fà notare.

https://www.youtube.com/watch?v=f9D2HL6oS-w
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Summary

Naturmacht Productions (2020)

Tracklist:

01. In His Deep-Hidden Hall
02. Golden Rauros
03. Sun And Moon
04. Ships
05. The Castle
06. Sing Of Frozen Dreams
07. The Eye; The Throne; The Ring
08. The Dreaming City
09. Ainulindalë – Of the Music Of The Ainur (Interlude)
10. Kingdoms That No One Remembers