Con Stains Of Love il progetto Cinemascope esordiva in grande stile nei circuiti dark.
Il debutto dei Cinemascope è un debutto “sofferto”, figlio di una passione profonda e viscerale da parte del leader Leo Skiadas (autentico mattatore della scena dark ellenica da molti anni). Con certi album, non bisogna aver paura di osare. Bisogna invece mettere da parte sin dall’inizio le indecisioni, quelle cattive e beffarde che ci fanno pensare che tutto possa essere inutile o demotivante, perché, in seguito, sarà facile lasciarsi trasportare, senza chiedere altro che un sottile e docile comfort come rifugio (e, alla fine, non smetteremo mai di ringraziarci per questo).
Stains Of Love ne ha sicuramente passate di cotte e di crude. Sopra quest’album ci sono sudore, sangue e lacrime, dipinti a caratteri giganteschi ma visibili forse solo a pochi. Sono lì, trasportati da quel fiume gelido di copertina (che ci mette già a nostro agio, ancor prima di scendere a patti con la musica che troveremo) e sono forti, presenti, vivi, pur consapevoli degli ostacoli che dovranno affrontare.
Una distesa di ghiaccio che riflette un’anima tormentata e sofferente. Un cuore che conosce il significato della parola “difficoltà” e, proprio per questo, cerca di andare avanti, sempre e comunque, tra continui stenti. Il gelo, usato come rifugio: questa è cold wave sensoriale e trascinante, adatta a qualsiasi occasione, sia solitaria che in compagnia. Stains Of Love è un prodotto puro, che non commette l’errore di fare domande, né ambisce a cercare altro al di fuori di una sfera chiusa. Vuole solo far emergere il massimo da chi lo ascolta, senza proferire inganni.
Ma facciamo chiarezza. Se quello che cercate è la sperimentazione, qui non la troverete. Troverete, invece, una conseguenza naturale derivante dalle varie forme dark create dai maestri The Cure, Depeche Mode e The Sisters of Mercy. Da lì si parte, e lì si rimane (con l’aggiunta dei The Frozen Autumn come valida alternativa).
“Ma ci sono centinaia di band che ripropongono esattamente questo stile” direte giustamente. “Cosa cambia questa volta? Perché questo album sì, e altri cento no?” Certo, la linea di demarcazione è soggettiva. C’è chi ci vede solo il solito tentativo sterile di rinverdire un genere ormai privo di sbocchi, e chi invece riesce a viverlo appassionatamente, entrando in sintonia con chi lo ha composto e pensato.
“Quindi… perché sì?”
Perché Stains Of Love è perfetto (parolone, eh?). Non c’è un solo brano che non meriti attenzione, ognuno lascia un solco profondo, un solco che ci ritroveremo ad abitare come un vecchio casolare che avevamo già frequentato. Inoltre, i brani cercano sempre una minima e impercettibile diversificazione, quindi non ci troviamo davanti al classico album dove bisogna sudare le proverbiali sette camicie prima di ricordare qualcosa. Basterà scorrere i titoli dei brani (dopo averne ascoltati un po’, ovviamente) per ricordare subito un frammento particolare.
Il percorso che attraversa le canzoni:
È come immergere i piedi in acqua gelata senza preavviso. L’impatto con la produzione è shockante. Better Days To Come arriva come il ritorno di una vecchia conoscenza, per poi essere subito seguita da Never Understand, QUEL brano che capita raramente, l’autentico capolavoro di questo debutto Cinemascope. Così trascinante e traboccante di splendore, soprattutto quando sfocia nel suo refrain impossibile, davvero impossibile da scacciare.
In Five More Minutes, il duetto con Ronny Moorings degli Clan of Xymox sovrasta tutto, offrendo il brano più ballabile e dinamico dell’intero disco. Invece, Each Time sembra portare con sé la macchina del tempo, impossibile pensare di essere nel 2014 mentre lo ascoltiamo. Man Falls Down è la parte più oscura ed enigmatica della musica dei Cinemascope, un brano ipnotico, tanto che definirlo tale sarebbe riduttivo.
Breaking The Silence ci accoglie con struggente malinconia, e con tiepide tastiere “cadenti” che arrivano come una pioggia autunnale vista attraverso un vetro. E poi, Slowly Beating Heart è un trionfo totale delle loro ispirazioni principali, con un romanticismo liquido che ci avvolge dolcemente.
Sounds Of Revelation è dilatata e cupa, difficile distogliere l’attenzione dalle linee di basso imponenti e dal refrain completamente mesmerizzante, nuovamente ipnotico al 100%. So Cold Inside riesce a raccogliere consensi, seppur in modo un po’ più nascosto rispetto al resto, poco prima dell’arrivo della spensierata Mind Assassin, un brano che non stonerebbe affatto su un disco a caso dei The Cure (spero che questo tentativo di convincervi sulla sua bontà sia sufficiente).
Ogni brano è curato nei minimi dettagli, con la voce di Leo che diventa subito una fedele amica, grazie al suo timbro tiepido, sottile e introspettivo. Stains Of Love, più ci penso su, più mi sorprende, e il fatto che sia anche un debutto rende tutto ancora più incredibile. Ma ora verrà il bello: dopo un esordio del genere, cosa diamine dovremmo aspettarci dal futuro Cinemascope?
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77%
Summary
Wave Records (2014)
Tracklist:
01. Better Days to come
02. Never understand
03. Five more Minutes (feat. Ronny Moorings)
04. Each Time
05. Man falls down
06. Breaking the Silence
07. Slowly beating Heart
08. Sounds of Revelation
09. So cold inside
10. Mind Assassin