Otto anni sono passati eppure il ricordo di Stains of Love è ancora lì vivido (e sono sicuro che così è per tanti). Un esordio quello dei Cinemascope che non puoi di certo dimenticare e forse se ne era accorto anche lo stesso Leo Skiadas; perché in cuor suo sapeva di non poter tornare con un semplice “dischetto” d’accompagnamento, sapeva che l’impresa era difficile e richiedeva tempo, e l’essenziale maturazione di certe armonie.
Certo, forse otto anni rimangono comunque troppi, ma l’importante è l’essere qui oggi, in questo 2022 con le mani affossate dentro l’ispirato A Crack On The Wall, seconda, agognata opera del monicker Cinemascope.
Il buon Leo ha coltivato con scrupolo demoni e pensieri e ci riversa nelle orecchie una nuova esalazione di musica dark con la l’iniziale rigorosamente, indissolubilmente maiuscola. Basterebbe l’attacco di Ocean, quella sua prima strofa, quel refrain fatto per svegliare; per comprendere come l’incantesimo sia prossimo a ripetersi e diventare realtà.
Passione che trabocca, malinconia che azzanna senza rimorso per otto nuovi pezzi. E poi, lentamente, ascoltandoli più volte si aprirà quella particolare voragine sensoriale che avevamo già avuto modo di sperimentare durante la fruizione di Stains of Love.
A Crack On The Wall arriva con più mestiere ed incisività, il merito è certamente frutto della collaborazione con il chitarrista Johnny Papaioannou. La new/cold wave di Leo arriva in tal modo più compatta, decisa, “levigata” rispetto ad un debutto che resta comunque al suo posto, come un profondo, indimenticabile scoglio di paragone.
Vicious Circle Game ammalia elegantemente mentre le note di In Silence ci conducono dentro una solitaria pista da ballo, qui saranno solo sentimento e malinconia a recitare nudi e padroni, null’altro. Poi c’è lei…Die In Summer, brano che si prende subito la ribalta, il ricordo, ogni cosa. Un pezzo che non sfigurerebbe affatto dentro i dischi delle muse The Cure e Clan of Xymox, un sentimento capace di oltrepassare quella coltre immaginaria che ci divide con l’artista e come un “pugno amico” arriva a destare ricordi o quant’altro di sepolto ci sia dentro la nostra folle intimità.
Le canzoni andrebbero menzionate tutte, l’introspettiva Leaving Is My Way To Breathe quanto Fall (provate ad uscire da quel giro di chitarra posto sul finale o dal suo: “and every time i fall, is because i think of you” ), poi l’impatto synthpop dato da Sometimes sino ad arrivare all’epilogo struggente, lento ed incantato di Let Me Be Angel.
Otto anni non sprecati perché questo A Crack On The Wall è davvero una lieta conferma e tanta, ma proprio tanta roba. Musica che ci porta a ringraziare nuovamente Leo Skiadas e i suoi Cinemascope (non lo sapevo, ma mi mancavate!), consolidandoli di fatto fra i migliori e più meticolosi interpreti del dark sound odierno.
Summary
Wave Records (2022)
Tracklist:
01. Ocean
02. Vicious Circle Game
03. In Silence
04. Leaving In My Way To Breathe
05. Die In Summer
06. Fall
07. Sometimes
08. Let Me Be Angel