Precisione, chirurgia, intensità. Queste armi, queste potenzialità vengono riassunte e compresse dentro Eradication of the Subservient, ep d’esordio per gli americani Cesspool Of Corruption, un ep lasciato colpevolmente a sé stesso sin dall’ormai lontano 27 Agosto 2016.
Troppi anni lasciato in balia delle onde dei soli cercatori di pepite underground ai quali probabilmente va dato il merito di averci creduto sino ad oggi. Si, poiché a prendere in consegna Eradication of the Subservient con i suoi cinque, meticolosi pezzi ci ha pensato finalmente la Gore House Productions durante il Dicembre 2020.
La musica dei Cesspool Of Corruption parla e si “incanta” da sola. Una colata lavica di moderno e tecnico death metal da lasciare basiti, musica graziata da un lato melodico per nulla invadente ma assolutamente fondamentale per la riuscita o meglio “per la specialità” del tutto.
I Cesspool Of Corruption avevano imbastito un muro sonoro davvero incredibile, solidissimo (potrei dire: “inscalfibile”) e capace di regalare spunti, guizzi e primizie a colpi di piacenti secchiate. I 25 minuti di Eradication of the Subservient sono follia della scrupolosità, ti si avvinghiano addosso colpendoti, stordendoti, salvo ammaliarti quando se ne escono fuori con degli ispiratissimi assoli. Il tutto è pensato per far lavorare un fiume in piena fortemente affilato, abile nel contorcersi a seconda dell’attacco vocale scelto (ne sentiremo di cose, per mai arrivare su certe “dinamiche moderne” che molte volte appaiono stucchevoli o snervanti). In pratica, la band affonda i colpi con sicurezza, giungendo presto a tirare solo ripetuti vincenti.
La partenza con Ubiquitous Presence depone già a favore di una spiccata “naturalità” che respireremo in seguito lungo ogni massiccio pezzo. La tracklist viene tenuta bilanciata per le prime quattro canzoni, mentre con l’ultima e mastodontica Humanoid in Form avremo un saggio delle capacità nascoste dentro le idee di questi ragazzi. Il brano tiene botta lungo nove asciutti minuti senza mai procurare il minimo sbadiglio e anzi, riesce persino ad accrescere tutto quello ascoltato in precedenza.
Adesso l’augurio è certamente quello che in questo tempo di mezzo i nostri si siano messi giù a scrivere nuovo materiale. Se è lecito pensare ad Eradication of the Subservient come antipasto non vedo l’ora di assaggiare il primo piatto.
Autoproduzione (2016), Gore House Productions (2020)
Tracklist:
- Ubiquitous Presence
- Technological Enslavement
- Emergence of Truth
- Eradication of the Subservient
- Humanoid In Form