Castle – Evil Remains

37 minuti di headbanging notturno nel bel mezzo di un cimitero, circondati da lapidi e fuochi fatui ed osservati con attenzione dagli occhi di pipistrelli, streghe e stregoni. Il tutto si svolge sotto una luna rigorosamente piena, pronta ad illuminare passi tetri e nervosi, sospinti dal riffing penetrante operato meticolosamente dai Castle.

Il duo statunitense formato da Elizabeth Blackwell e Mat Davis arriva a tagliare il traguardo del sesto disco con Evil Remains. L’album è uscito sotto Hammerheart Records e promette la consueta dose di heavy/stoner doom occulto e sanguigno, quello da andarsi ad ascoltare quando si vuole cadere sotto i colpi di riff grassi ed acuti.

Con quest’atmosfera bene piantata in testa si potrà passare nel mezzo di un terreno sdrucciolevole ma caparbio nel conferire resistenza, istinto e ruvidità. Il sound profuso dalla band non è mai elaborato e punta tutte le sue carte sul fattore dell’immediatezza. La voce di Elizabeth è potente, profonda e carica dei giusti riverberi, i duetti vocali con Mat dimostrano spessore e portano l’esperienza di ascolto ad un livello decisamente interessante.

L’opener Queen of Death imprime l’andatura ad un Evil Remains dai tratti scanditi, pulsanti ed efficaci. I Castle sanno fondere l’heavy rock con le pressanti esalazioni doom, si omaggiano tanti nomi, tanti classici ma senza perdere per strada le ombre, l’ispirazione e la qualità. Si balla dunque sulla cresta dell’onda, un’onda che snocciola a raffica brani come la calibrata Nosferatu Nights, Deja Voodoo (sciamanica, tra le mie preferite) e l’operosa title track.

La cupa Black Spell lascia il passo alla pura interpretazione e al fervore di 100 Eyes prima che la seduttiva e di trasporto She e la finale Cold Grave vadano a deporre il masso definitivo di sigillo, giusto per bloccare l’uscita a spiriti e vampiri vari.

Il potere oscuro si spalma ordinatamente su tutto Evil Remains, i Castle sanno cosa fare per poter magnetizzare l’atmosfera e il disco funziona nella sua interezza e nella sua semplicità, senza cedere mai a cali, piccoli o grandi che siano.

Essere presi e strattonati lungo i 37 minuti di Evil Remains dovrebbe essere una terapia consigliata dal proprio medico. Divertimento, intrattenimento lungo otto evocazioni del genere devono essere premiate, i Castle compiono in tutta “semplicità” il loro solito sinistro incantesimo.

70%

Summary

Hammerheart Records (2024)

Tracklist:

01. Queen Of Death
02. Nosferatu Nights
03. Deja Voodoo
04. Evil Remains
05. Black Spell
06. 100 Eyes
07. She
08. Cold Grave

 

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