Burner – It All Returns to Nothing

Tutte le cose messe al posto giusto, tutte che hanno lo squisito intento di fare male. Il disco d’esordio degli inglesi Burner non concede tempo ed irrompe con efficacia nelle nostre casse di fiducia sulle ali di un ricco boccone composto da materie prime di qualità come: death metal, grind ed hardcore.

Un frullato pronto ad uscire dal suo contenitore con potenza e la reattività di una fragorosa esplosione. I Burner in occasione di questo It All Returns to Nothing non perdono tempo in smancerie e conducono il loro carico con gradita navigata esperienza su livelli realmente abrasivi ed importanti.

Un disco che non sta fermo un solo momento, macina riffs in continuazione (spunzoni che covano insidiosi), cambia i livelli delle inquadrature ed emoziona durante il suo moto perpetuo. Compattissimo e velenoso, sporco il giusto e dritto per una strada all’apparenza molto agevole (grande merito loro, perché le insidie potevano nascondersi ovunque), It All Returns to Nothing è uno di quei prodotti grigi in grado di sgretolanti al momento sotto colpi ritmici efferati, secchi, rapidi nel pensiero ed ovviamente super ispirati.

Un’esperienza da andare a fare questa, probabilmente uno dei dischi che più rimarrà dentro in questo 2023. I Burner sono riusciti a formulare un’idea musicale potentissima, con una serie di “incollature” pregevoli e una limpida dimostrazione di coesione strumentale che sgorgherà nella nostra direzione con rude impeto.

It All Returns to Nothing è simbolo di coesione, di uno stato di apparente confusione (calibrato dalla unità di intenti) che per quanto si possa dimenare, finisce sempre per trovare la strada più consona, rapida e adatta.

Non posso che applaudire e farmi schiaffeggiare da brani come Hurt Locker, title track, Pillar of Shame (che riffing magnetico!) e una Prometheus Reborn che spinge e contorce cose anche se una menzione d’onore la merita senza dubbio la più lunga e intensa An Affirming Flame (7 minuti emotivamente devastanti).

Un altro centro da parte di Church Road Records, etichetta dai “suoni sporchi” che posso solo consigliarvi di seguire con forte attenzione.

77%

Summary

Church Road Records (2023)

Tracklist:

01. Hurt Locker
02. It All Returns to Nothing
03. Pyramid Head
04. Struggle Session
05. Pillar of Shame
06. Trinity
07. Prometheus Reborn
08. EF5
09. The Long March
10. An Affirming Flame
11. Waco Horror