Beyond the Permafrost – Fallen from the Throne

Scende a valle dalla Francia il gelo che non ti aspetti. I Beyond the Permafrost non nascondono le intenzioni ed esordiscono sotto Naturmacht Productions con Fallen from the Throne, disco assolutamente calzante per le lunghe sessioni di “meditazione invernale”.

Dietro al monicker si celano Agrävh e Spektor, entrambi compagni negli ACOD, il secondo noto soprattutto per la presenza in formazioni quali Mortifera e Celestia. Il duo ci dipinge in questa occasione una mezz’ora abbondante di black metal cadenzato, dilatato e glaciale, i classici artigli pronti prima di tutto ad isolare per poi addobbare a dovere un habitat che dovrà giocoforza abituarsi ad una sensazione di distacco totale.

Eterna attesa cullati da melodie nostalgiche spesso ispirate. E’ un prodotto che piace questo Fallen from the Throne, un disco che si nutre di essenza, capace di muovere e toccare fili necessari per la dislocazione dell’anima. Si parla dell’unione delle corrente francesi con quelle norvegesi e direi che la cosa inquadra al meglio la loro musica.

E’ arte fredda, cantata oscuramente con trasporto, dotata di una sezione ritmica pratica che lascia spazio aperto all’operato delle chitarre. E queste sfruttano l’occasione, non si fanno ripetere i concetti e lavorano con precisa ossessione allo svolgimento di un compito che soddisferà quella parte di ascoltatori più attenti e ricettivi alle movenze ponderate. Non mancano le accelerazioni a dire il vero, e quando arrivano lasciano il segno, però ai Beyond the Permafrost piace molto di più lavorare l’attesa e l’atmosfera generale.

Sembra di essere piombati su un disco di fine anni ‘90. A dirlo è la voce (velenosa ed arcana), lo stampo malinconico generale e una qualità che non mollerà mai la morsa lungo tutto l’arco del tempo registrato. Lacerante ma senza eccessi, si risorge con il fattore “ragionamento” messo di fronte a tutto. Nel suo piccolo Fallen from the Throne è disco che non potrai fare a meno di dimenticare, capace com’è di smuovere quel potere che ti condurrà a lui ad intervalli regolari. Altro colpo di rilievo per Naturmacht Productions, l’etichetta sa bene quali pesci pescare, certe volte però esagera nel senso positivo, e qui siamo decisamente su questa strada.

73%

Summary

Naturmacht Productions (2023)

Tracklist:

01. Crossing the Ages of the Flames
02. A New Astral Voyage
03. The Fiery Lustral Doors
04. Call of the Darkest Past
05. Endless Cosmos
06. A Tragic End Under a Majestic Frost
07. Endless Fall