Death metal intricato, mai troppo scontato, è quello portato in cascina dai francesi AthanaTheos. Il nuovo Prophetic Era (Or How Yahveh Became the One) esce per Lavadome Productions e segue di non pochi anni il debutto Alpha Theistic (2012).
Leggermente più snello del suo predecessore la nuova fatica sembra voler focalizzare meglio i punti di forza in dote agli AthanaTheos. Forti di un lavoro certosino e di una presa salda ed ossessiva i nostri saranno pronti a triturarci per mezzo di soluzioni ficcanti ed imponenti, quasi sgraziate nel loro sound compresso e altamente “fuori luogo” nei tempi che corrono.
Il lavoro dietro al concept è studiato e di primaria importanza per la band che cerca in ogni modo di smontare per l’occasione ogni credo religioso a suon di colpi filosofici ed incedere epico (presenti tra le cose anche degli enfatici canti gregoriani curati dallo stesso cantante/tastierista Samuel Girard).
Prophetic Era (Or How Yahveh Became the One) non è una partita fatta per spegnersi con un semplice ascolto e una certa applicazione è dovuta, richiesta. Dentro ci troviamo incastonate varianti continue, abili nel rievocare il death metal più classico ed introspettivo ed intrecci che talvolta richiamano l’alta Svezia.
La produzione ci porta però ad una dimensione totalmente underground, donando quella spontaneità che forse viene meno nella struttura molto rigida dei brani. Si formerà così uno “sdoppiamento della temperatura”, con emozioni che vagheranno indecise per la via, senza mai raggiungere una zona comfort da definire come tangibile.
Balza sicuramente all’orecchio la prestazione vocale divorante di Samuel, motore di svariate peripezie pronte a scavarsi con perizia una propria nicchia, unitamente all’operato talvolta ferale delle chitarre.
In più di una occasione, sia per suoni che per certe influenze alla At The Gates il disco mi ha ricordato un mio “pallino” come Anthems of Ancient Splendour dei nostrani Dominance. Ho riscontrato negli AthanaTheos la stessa voglia di scavare e la medesima necessità di apparire il meno banali possibili, scegliendo di fatto la strada o l’incrocio “meno conveniente” ad ogni opportunità presentatasi davanti.
Prophetic Era (Or How Yahveh Became the One) è pazienza, viaggio ed erosione. Il concept infetta di fatto le composizioni, che diventano così dei “saggi testamenti” da mettere a maturare con cura. Con il rischio confusione adeguatamente scacciato, non resta che deciderne l’esito: il mio è di certo positivo, anche se devo ammettere che alcune volte i cerchi formati non riescono a fare una giusta presa.
Summary
Lavadome Productions (2020)
Tracklist:
1. Samaria
2. One Against All
3. Jerusalem (The Exile to Babylon)
4. Paradigms
5. (R)evolution, Revelation
6. You Shall Not Be
7. There Was No Soul, There Is Death, There Shall Never Be a Life Beyond (Soul Injected Part III)