Anthropophagus Depravity – Apocalypto

Eccolo qui il tipo di esordio che mi piace. Gli Anthropophagus Depravity arrivano direttamente dall’Indonesia e grazie all’interesse di Comatose Music realizzano un primo full-lenght di giusto spessore. Certo, Apocalypto non è ciò che si definisce come un fulmine a ciel sereno, non prova di certo ad innovare la materia, e va ad accodarsi ad un carrozzone pressoché infinito di uscite in campo brutal death metal; però a piccoli passi riesce a compiere il suo dovere e ad intrattenere quel tanto che basta per solleticare determinati e oleosi palati.

Molto adatta l’introduzione Hymn to Apocalypto, una strumentale che ci immerge a dovere dentro le atmosfere purulente della formazione (e diventa impossibile non pensare subito ai Cannibal Corpse). Da quel momento in poi gli Anthropophagus Depravity daranno sfogo a tutta la loro furia, ad un’onda d’urto impressionante e ad una cocente dannazione di fondo che troverà pace solo allo spegnimento dell’ultima (e più lunga) Mantra Solar Eclipse.

Partiture grasse e spietatezza sonora sono le armi affilate depositate con cura sul vassoio sacrificale. Apocalypto è un disco senza dubbio denso ed affascinante, pronto ad appiccicarsi addosso come un qualche tipo di colla letale. Selvaggia violenza che si appoggia su travi pronte a crollare in qualsiasi momento, gli Anthropophagus Depravity ci tendono in questo modo dei “piccoli agguati” che rendono l’ascolto quantomeno avvincente, avventuroso e particolare (aldilà dell’indubbio classicismo che vi regna).

I brani lavorano il cervello e la mente affossandola dentro un dimensione – si spera – ideale. L’ascolto potrebbe passare da una timida sufficienza a qualcosa di più concreto ed efficace e sta a noi e alla nostra propensione all’ascolto decidere dove si potrà finire con l’entusiasmo. Di sicuro ho potuto registrare uno spessore e una voglia di trainare che altrove non ho riscontrato; l’album “tiene così botta” e ci trascina a forza dentro le sue macchine di tortura primordiali con gusto e molta decisione.

The Mayan Disaster, Immolation for the Sacred God e la già menzionata Mantra Solar Eclipse (dove si potranno unire tutti i puntini fin lì raccolti) sono i capitoli che ho più apprezzato, anche se bisogna ammettere l’ottima qualità generale che si respira lungo i 33 infernali minuti.

La strada è stata tracciata, ora sta agli Anthropophagus Depravity dimostrare di poterci sguazzare dentro a proprio gusto e piacimento.

66%

Summary

Comatose Music (2021)

Tracklist:

1. Hymn to Apocalypto
2. Forecasting Ruination
3. The Mayan Disaster
4. Temple of Sacrifice
5. Immolation for the Sacred God
6. Escape from the Dead Lands
7. Ruthless Nation Perished
8. Mantra Solar Eclipse