La sensazione è quella di essere avvolti da una coperta calda e confortevole, un rifugio sicuro nel quale rifugiarsi per poter scacciare certi ascolti magari meno validi o generalmente più statici e noiosi. Si, i greci Allochiria hanno saputo scavare cunicoli importanti con questa loro terza fatica chiamata Commotion e con compostezza adesso bisogna stare qui per affermarlo.
Mi ero “svanito” il loro secondo capitolo intitolato Throes (uscito sotto AOP Records) e oggi mi ritrovo davanti una band capace di maneggiare le andature sludge/post metal con bravura, cognizione della causa e mestiere.
Gli Allochiria sanno smuovere e sradicare, i loro pezzi risultano pratici e non sforano mai su durate particolarmente eccessive (rendendo l’ascolto di Commotion snello e propenso di presentarsi spesso al nostro cospetto per nuovi trepidanti “test”). La coppia di chitarristi formata da Σταύρος e Γιάννης si produce in un lavoro pratico, vibrante e capace di alternare con sapienza le dosi di pesantezza con quelle legate agli aspetti della liquidità (i suoni ti si avvinghiano addosso). Le fondamenta però da sole molte volte non bastano a conferire quel qualcosa in più, qualcosa in più che ci viene prontamente donato dalla prova vocale della cantante Ειρήνη. La sua è una prestazione viscerale e velenosa, sentita al 100%, e parte integrante di una struttura che pare muoversi all’unisono.
Il quintetto greco sa suonare, sa trovare gli espedienti giusti per non cadere nei tranelli posti dalla noia ed aggira di fatto il più grosso e pericoloso ostacolo. Tale risultato è frutto di una coesione tra le parti che ha dello speciale, perché non puoi legare così bene la tua musica se non hai un “rapporto sano” e sensoriale alle sue fondamenta. Il master curato da Jens Bogren agli Fascination Street Studios suggella così tutto il buon lavoro svolto da Jacopo Fokas ai Villa Giuseppe di Atene.
Con gli Allochiria ci troviamo in una di quelle situazioni dove il tutto si mescola con armonia e ruvidità. Riceverete parti scontrose ed altre particolari e dense ma si faranno anche spazio lampanti guizzi melodici come guida, ed altri ancora legati ad una sorta di esplorazione o “pensiero post” che rappresentano credo il fiore all’occhiello di tutta l’uscita.
Un ascolto molto emozionale e magnetizzante che vede forse in Still Life il pezzo più rappresentativo e trainante; anche se bisognerà obbligatoriamente spezzare continue lance per gli altri otto pezzi posti con meticolosa cura sulla tracklist (una menzione se li meritano gli ultimi secondi di Darklight). I Nostri riescono a tenerci incollati da capo a piedi al loro Commotion, l’attenzione che catturano è l’emblema della perfetta riuscita delle loro fatiche.
Summary
Venerate Industries (2023)
Tracklist:
01. We Have Nothing
02. 9
03. Still Life
04. Shedding Character
05. Ocean
06. Interlude
07. Casualties
08. Turning Point
09. Darklight