Algoma – Reclaimed by the Forest: sludge-doom schietto, grezzo e senza via di scampo
Sono pazzi, questi canadesi. Sono pazzi, e ne raccontano delle belle nelle loro canzoni. Gli Algoma esordiscono a bruciapelo, senza troppi fronzoli. Una mannaia sludge pronta a decretare la giusta e insindacabile sentenza. Non c’è modo di uscirne: i magneti si attivano da subito e non hanno la minima intenzione di mollare il loro raggio di persuasione.
Agli Algoma non interessa spiccare sugli altri. A loro importa solo fare le cose a modo. Eseguono al meglio le istruzioni, sapendo bene che, per “rendere”, devono suscitare l’impatto ideale, formulare un sound ricco e longevo al tempo stesso. E devo dire che ci riescono. Reclaimed by the Forest è fortemente spartano, se vogliamo anche parecchio volgare, così schietto da non poter fare a meno di catturare o spiegare il proprio verbo già nelle prime strofe di Bedsores (solo la prima, macabra badilata; insieme alla title track, le mie indiscusse “pargolette” di tutto il disco).
Sludge doom che non ammette repliche, completamente schiavo del suo mood “depressivo”, avanza con l’unica consapevolezza di andare a morire dignitosamente (o no?!?) da qualche parte (cogliamo spunto ancora dalla title track), lontano da tutto e da tutti. Ultimi bagliori sensoriali, giusto il tempo di pensare per l’ultima frazione di secondo, prima di ricevere in sede l’agognato e divorante “nulla”.
Strumenti, voce e atmosfera: magma tiepido e colate di decadenza
Una volta appurata la bontà strumentale, possiamo dedicarci alla prestazione vocale. Questa avanza con un condimento di rabbia, dolore e sfogo. Autentica visceralità decantata a proprio istintivo piacimento. L’ulteriore “sollecito”, l’invito definitivo a non lasciarsi sfuggire questa colata di tiepido magma (difficile stabilire una temperatura ideale per Reclaimed by the Forest).
Sei canzoni per quarantuno – tutto sommato veloci – minuti. La prima (Bedsores) e l’ultima (la “senza speranza” Extinct Volcanoes) sono le più lunghe, con i loro dieci minuti abbondanti. Il cuore del disco scorre piuttosto agilmente, nonostante la pastiglia sonora non sia certo tra le più leggere in circolazione.
Se cercate un disco intenso e dannato, capace al contempo di tenere a bada l’incombente e invasiva attività cerebrale, direi che con Reclaimed by the Forest potreste averlo finalmente trovato. Qui, signore e signori, va in scena il “tutto e subito”. Il consiglio, tuttavia, è rivolto solo a chi, alla lunga, cerca anche un certo tipo di riflessione.
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70%
Summary
Dead Beat Media (2014)
Tracklist:
01. Bedsores
02. Fell Down a Well
03. Reclaimed by the Forest
04. Tertiary Syphilis
05. Go On, Git!
06. Extinct Volcanoes