Costante pressione, furia spazzatrice accomunata ad un forte senso battagliero senza dover per forza rinunciare ad una componente di spiccata e nostalgica epicità. C’è tutto questo sulle note formulate dai francesi Aldaaron, duo che calca le scene con buoni risultati già da diverso tempo.
La loro quarta fatica intitolata Majestic Heights, Melancholic Depths non raggiunge le vette dei suoi predecessori, però continua l’estrema positività e la solidità di fondo delle loro creazioni. A questa tornata avremo meno “giri larghi” e più vicinanza, più attrito accomunato alla violenza e alla voglia di prendere d’assalto la nostra persona.
L’intenzione è quella di spingere aldilà di tutto, la melodia partecipa a questa operazione e collabora al meglio senza però modificare un impianto di costruzione saldo, efficace, sotto certi aspetti fortemente “punitivo”. E’ così che addensano le loro note gli Aldaaron, a ridosso di continue ed astute cariche capaci di girare lo sguardo sempre in avanti evitando così varie distrazioni.
Majestic Heights, Melancholic Depths è un album che cerca di distruggere le difese più ferree. Necessita di qualche ascolto in più rispetto a qualche possibile concorrente ma dovrebbe distribuire proprio sulla distanza i frutti della nostra perseveranza. Il riffing è magnetico, agisce su toni centrici e distribuisce asprezza nell’aria. L’opener Bannières de nuit “taglia corto” e lascia intendere il grado di pressione a cui verremo esposti.
Freddo, gelide macchinazioni e un forte senso di misantropia ci inghiottono nella drastica Monti Vagus, composizione assolutamente da andarsi a vivere con un dovuto ed incontaminato sfondo davanti e alla spalle. E forse di meglio riescono a fare nelle lunghe ed epiche vibrazioni di Chroniques des jours d’alors, brano passionale e carico di un’atmosfera cingente, quasi rassicurante.
La ferale e credo più debole dell’insieme Les tambours et le fer e l’ottima intensità sprigionata da Impassibles cénotaphes completano il tutto, lasciando spazio prima alla cover dei Dawn e poi ad una rivisitazione ambient del pezzo Pride and Sorrow.
Tradizione francese che si lascia intrigare spesso e volentieri dalla prodiga Svezia (il loro passato e la cover “personalizzata” della storica The knell and the world parlano molto chiaramente). Il tutto viene svolto a dovere però senza perdere un’oncia di dannata naturalezza tipica della propria nazione. Un disco che appaga e ti invoglia a continui, ripetuti ascolti questo Majestic Heights, Melancholic Depths. Viene confermata la capacità di saper scrivere la giusta musica ad una giusta gradazione da parte degli Aldaaron, formazione che credo possa meritarsi più visibilità rispetto a quella ottenuta sino ad oggi.
L’album è ispirato a Il Libro Malazan dei Caduti dello scrittore canadese Steven Erikson.
Summary
Paragon Records (2023)
Tracklist:
01. Bannières de nuit
02. Rôdeur des sommets
03. Monti Vagus
04. Voyageur des cimes
05. Chroniques des jours d’alors
06. La bataille approche
07. Les tambours et le fer
08. Impassibles cénotaphes
09. The Knell and the World (Dawn Cover)
10. Pride and Sorrow (Ambient Version)