I tedeschi Akrea arrivano alla seconda mossa discografica con Lügenkabinett, ancora una volta stabilmente accasati presso la compatriota Drakkar Entertainment dopo la prima fatica Lebenslinie.
Gli Akrea suonano bene, e suonano molto probabilmente il genere di cui sono fanatici, parliamo di melodic death di pura matrice svedese. Il grosso punto di riferimento nella loro musica arriva chiaro già da subito, e punta il dito in direzione degli In Flames (diciamo quelli “di mezzo”), l’unica modifica (definiamola così) è quella di avere un cantato in lingua madre, caratteristica questa che tende a diversificare leggermente alcune sensazioni di base.
L’idea e la convinzione di proporre un genere così classico con un proprio trademark vocale è cosa che va’ quantomeno provata, il growl è d’impatto e ben sbraitato, dinamico quanto ma anche un discreto mattone che tende a far somigliare molto le canzoni fra di loro.
Qualche brano non è male se acchiappato singolarmente, soprattutto i primi due Vier Sonnen e Meteor, ma per trovare qualcosa d’altrettanto “degno” bisogna attendere i fanalini di coda Auf Leisen Sohlen e Zwischen Den Welten (una strumentale dal sapore Arch Enemy, il che varrebbe più di mille parole), in mezzo purtroppo la noia sarà l’unica efedele compagna, noia che rende l’ascolto incatramato e fortemente apatico. Qualche melodia buona i Nostri riescono ad estrarla qui e là, tuttavia i salvagenti non arrivano a destinazione e l’ascolto si trascina stancamente in avanti.
Non è mai bello riportare a galla delle insufficienze, ma per i miei parametri (che di solito cercano sempre di vedere la positività anche di fronte a certe evidenti negatività) Lugenkabinett non convince nel suo chiaro tentativo di offrire freschezza e melodie accattivanti.
Li rimandiamo dunque al terzo disco per quando sarà, sperando di trovarli con maggiore ispirazione e “verve”, (l’auspicio è che qualche ulteriore aggiustamento possa riuscire ad offrire più dinamismo alle loro composizioni).
In Germania magari saranno riusciti ad ottenere un minimo di seguito, la cosa non mi stupirebbe affatto, intanto fra le cose che non vanno ci infilo pure quella copertina “mattacchiona” che non mi dice proprio un cazzo, la classica che ti ricordi sempre quando c’è da pensare ad un prodotto scialbo, mal partorito e da dimenticare.
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Summary
Drakkar Entertainment (2010)
Tracklist:
01. Vier Sonnen
02. Meteor
03. Auf los gehts los!
04. Versprochen ist versprochen
05. Bühne frei
06. Guten tag
07. Ach was bist du schön…
08. …so schön
09. Auf leisen Sohlen
10. Zwischen den Welten
11. Wilde Flut