Sei lunghi anni di gestazione e siamo di nuovo qua con gli Abscession. La formazione svedese/tedesca ha preso le cose con la dovuta – e forse troppa – calma, impiegato il suo tempo per tutto, prima di decidersi a tornare sul mercato con il nuovo Rot of Ages.
Ma questo tempo è stato ben speso? Beh, direi proprio di si!
Avevamo accolto il primo disco Grave Offerings per ciò che era: ovvero, un buon disco in pieno stile swedish death metal, già in grado di mettere mano sui tasti giusti. Li ritroviamo oggi con Rot of Ages persino migliorati, più affilati, e portatori di un disco che ci lascia addosso l’idea di lavoro pensato e sudato; un raccolto che passa con disinvoltura a ritirare i frutti di tutti gli sforzi impiegati a monte.
Dietro l’uscita troviamo Transcending Obscurity Records che prima di altre è riuscita a mettere mano sopra questa leccornia non da poco. Gli Abscession si dimostrano ancora una volta degli ottimi catalizzatori della dimensione svedese e liberano assieme al consueto impatto ritmico un lato melodico centrato, spiccante e gustoso, roba da uscirci letteralmente di testa.
Le canzoni fuoriescono più adulte e controllate ma ciò non va minimamente a rovinare un’esperienza che resta da cima a fondo coerente a sé stessa e molto, molto speciale. Sotto certi aspetti è davvero incredibile poter ascoltare dischi di questa qualità di questi tempi e quindi non resta che ringraziare a modo i creatori di questi quaranta spumeggianti minuti di caloroso, intrepido death metal.
Con un produzione circolare pronta a segare e colpire con dannato gusto, veniamo accolti da Rat King Crawl, ideale scudisciata apripista che apre al meglio la bocca del nostro stomaco. Poi comincerà la sbornia attraverso la muscolosa Theater of Pain prima delle sadiche melodie di Dead Man’s Hate (magnetiche e super indovinate!) o del refrain di Rains of Death pronto a richiamare senza nascondersi il tipico marchio Arch Enemy.
Le chitarre sono sempre ispirate e lavorano meticolosamente, regalandoci prima una statuaria title track, poi la sgusciante The Final Furnace. Tuttavia non mancheranno dei grossi calibri anche nella seconda parte, in particolare When the Guillotine Falls promette sfracelli (vibes alla Dismember sono pronti a grandinare), ma anche l’inno War Machine e Prometheus Unbound diranno la loro prima di Età Della Putrefazione, spiazzante strumentale usata in qualità di epilogo (anfratto synth anni ‘80 e tributo al cinema horror italiano di un tempo).
Inutile menzionare i soliti nomi che trovate pure nella recensione del disco di debutto. Gli Abscession hanno dato alle stampe con Rot of Ages ad un signor album, un prodotto che resterà a lungo in circolazione ed arbitrerà con scrupolo le successive mosse della formazione. Da comprare senza esitazione se si vogliono rivivere emozioni ben conosciute.
Summary
Transcending Obscurity Records (2021)
Tracklist:
01. Rat King Crawl
02. Theater Of Pain
03. Dead Man’s Hate
04. Rains Of Death
05. Rot Of Ages
06. The Final Furnace
07. When The Guillotine Falls
08. War Machine
09. Prometheus Unbound
10. Eta Della Putrefazione