Si fluttua che è un piacere, gli Aathma piazzano le loro cariche, le potenziano ed amplificano senza però rinunciare ad una certa elasticità, capace di rendere il loro doom/sludge tanto spesso, quanto melodico e conciso al contempo.
Questo Dust from a Dark Sun è un disco che tende trappole, la musica esercita un ruolo magnetico ed esprime un sentimento compositivo davvero importante. Si rimane legati alle note, gli Aathma sono molto bravi in ciò, fanno un gran polverone ma si preoccupano di rifinirne a dovere i bordi, in tal modo indirizzano la coltre generata laddove vogliono. Il disco da questo punto di vista ringrazia e ti appaga proprio tanto, lo senti vibrare nell’aria con imponenza e le linee vocali melodiche acchiappano, fanno presa, così belle e capaci di calcificarsi a cavallo di nuovi, vorticosi ascolti (il sentimento espresso da Juan Viguera a tal proposito risulta consapevole e totale).
Vogliamo parlare di un pezzo come Burned Garden? praticamente la perfezione con le sue melodie polverose/melodiche ed un riffing che ci sradica dal nostro punto di ascolto senza fare troppi complimenti.
Però Dust from a Dark è in grado di sciorinare una tracklist davvero importante. Sette brani che portano acqua fondamentale all’andamento del “mulino”, sette capitoli che si aprono sulle note di una seducente e solida Cosmos e finiscono sull’impatto progressivo di The End of My World.
Nel mezzo oltre la già menzionata e statuaria Burned Garden (pure sludge groove cult!) abbiamo l’evoluzione ipnotica di Impending Fate, l’impronta psichedelica di Blood Hands (quelle strofe, quelle dannate strofe) e una Black Star pronta a scavarci la terra sotto i piedi ma con lo sguardo puntato verso il cielo (si segnala anche un refrain pronto a non scollarsi dalla testa).
Una coltre doom metal capace di lasciare spazio a sensazioni più “leggere”, ponderate ma non per questo meno intense o precise. Non c’è che dire gli Aathma per quanto mi riguarda ci sanno proprio fare e questo loro quarto capitolo sta lì a testimoniarlo con freschezza e straordinaria, loquace lucidità.
Sono super contento di averlo preordinato sulla fiducia data dall’ascolto di un’anteprima, unità alla presenza dell’etichetta Ardua Music (ricordiamo essere null’altro che la ex The Vinyl Division).
Summary
Ardua Music (2023)
Tracklist:
01. Cosmos
02. Impending Fate
03. Burned Garden
04. Blood Hands
05. A Black Star
06. Embrace the Ocean
07. The End of My World