Death Panacea è il titolo del secondo album per gli italiani A Pale December. Prova di maturità alle porte, un’occasione colta al volo e subito posta all’attenzione globale dal talento di Avantgarde Music.
Gli A Pale December sono tutto tranne che una formazione “semplice o scontata”. La loro musica colpisce e sedimenta in continuazione, lasciando molto spazio alla curiosità per gli ascolti a venire.
I sei pezzi che andremo a conoscere sono ricchi e dinamici, hanno un sapore pieno, come un frutto maturo aspettato, bramato per cinque lunghi anni (la distanza che separa Death Panacea dal debutto The Shrine of Primal Fire). Ci troviamo in campo atmospheric/post black metal, tale descrizione da giusto un’impronta di idea, un “via” a quello che effettivamente finiremo per ascoltare.
Ci troviamo di fronte ad un black metal onirico, pieno di idee e mai lasciato gestire al pilota automatico di facciata. Si lavora a strati, gli A Pale December sanno sempre quali fili andare a toccare, muovendosi all’unisono, con ondate ferali/malinconiche pronte a fondersi tra di loro in perenne mutazione.
I singoli brani non hanno paura di osare con il minutaggio e finiscono solo quando devono, con buona pace di chi non tollera le durate eccessive. Entrano in tal modo sottopelle, crescono dentro una dimensione astratta che diventerà presto assoluta e magnetica protagonista.
Gli A Pale December traggono la loro forza dalle debolezze umane. Da qui parte la scintilla, l’intreccio emotivo che mescola per quanto possibile le carte del loro mazzo, rendendo Death Panacea un ascolto multiforme, ricco di situazioni così simili, eppure così differenti ma tutte sempre “centrate” (dietro ci sono pure le mani di Øystein Brun dei Borknagar).
Scandagliamento interiore rinnovato sotto l’assedio di colpi tecnico/emotivi messi accuratamente in successione. Un cura che c’è, ed è maniacale, ma senza dartelo troppo a sentire. Così si rema tutti assieme sotto un feeling che offre lampi intuitivi ragguardevoli prima di lasciarsi all’agio di saldi abbracci melodici.
Se siete alla ricerca di un ascolto intrigante e capace di ardere a lungo Death Panacea è ciò che fa per voi. Forse per inquadrarlo con esattezza è ancora troppo presto, forse servirà un nuovo full-lenght per poter decodificare questo al meglio. Non lo posso sapere, so solo che qui c’è da buttarsi con tutto lo spirito necessario, e magari si potranno addirittura cancellare certe tristezze interiori per qualche tempo.
Summary
Avantgarde Music (2022)
Tracklist:
01. Simulacrum
02. Iconoclasm
03. Manifesto
04. Atoning Monuments
05. Of Prophets And Blood
06. Nethermost