Windbruch – No Stars, Only Full Dark

L’arte di scoprire senza mai fallire, non smetterò mai di ripeterlo nei confronti della Hypnotic Dirge Records. Uscite sempre di qualità o spesso -come in questo caso- valorizzazioni giunte da una precedente autoproduzione.

Eh si perché questo No Stars, Only Full Dark era lì in disparte, pronto a passare indifferente a molti se non a tutti, perché è sempre più difficile muoversi e districarsi nelle varie uscite. Il tempo poi è sempre di meno, e sembra volare con lo scorrere degli anni. Cosa buona e giusta quindi la riscoperta, perché l’etichetta si è creata nel tempo un buon seguito (anche se credo che il guadagno non sia proporzionale a ciò di buono che si è fatto, la perseveranza è passione, forza HDR!) che va sul sicuro quando c’è da guardare alle sue uscite. Ed è proprio quello che succede con il secondo disco di questa one man band russa, non si tratta di un lavoro di innate proporzioni qualitative o di eccessiva spiritualità, però nel suo piccolo riesce ad emergere, facendo del proprio oscuro-ovattato mondo un qualcosa degno di essere provato.

Malinconia, un pizzico di cupa marzialità, freddo e grasso buttati nello stesso pentolone, tipico timbro russo a donare quel sano “fuoco dell’est” e tastiere a piazzare ariosità sul tutto. Si sente chiaramente l’operato di una singola persona e come tale va preso questo prodotto che plana sopra di noi (come la civetta di copertina) silenziosamente.

Il suo sapore arriva con tutta calma (sia nel brano singolo che nel disco intero), No Stars, Only Full Dark non è black metal rapido e d’impatto né di tipo straziante o altamente depressivo (malinconico come già detto si), però si trova da qualche parte nel mezzo senza pretendere preferenze da una parte o dall’altra. Ciò che risulta certa e altamente concreta e la parte melodica, giri ad ampio respiro che sanno tirare fuori quelle emozioni funzionali da rifugio sicuro (esempio perfetto la coda di No More Entry, No More Exit), in pratica proprio quello che si va cercando con tale musica. Se poi, alla partenza di No Stars perderete qualche lacrimuccia non vergognatevi (il Burzum di Filosofem impartisce non poche lezioni), in fondo cosa c’è di più triste di un cielo senza stelle?

No Stars, Only Full Dark da una parte riempie a sazietà, al contempo però lascia anche poche tracce dietro di sé, come una figura spettrale che danza sulla neve fresca. Si percepisce qualcosa di astratto alternato talvolta ad un sentore fisico (ad esempio l’incedere doom di A City On Fire), si può dunque dire che il tutto finisca a spiazzare senza oggettivamente fare niente di così esorbitante. Il consiglio senza dubbio è quello di prendere il lavoro tutto di getto, come se ci trovassimo di fronte ad un unico lungo pezzo, così da poter godere appieno di ogni  piccolo movimento senza la preoccupazione di valutare una tale canzone nello specifico.

Bella anche la diversità delle altre due canzoni di lunga durata, una dietro l’altra Only Full Dark e Neswa-Pawuk . Quiete, leggiadre, silenziose ed “intermittenti” omaggi notturni a nostro esclusivo uso e consumo.
 Vale un po’ il discorso che si può fare per qualche serie tv, ci aspettiamo sempre grandi cose, colpi di scena incredibili, ma poi quando li vediamo concretizzarsi perdiamo di vista i concetti nascosti. Guardare all’insieme è determinante per questo tipo di dischi, e se non lo si fa, si rischia di finire schiavi di sbadigli o di disattenzione.

C’è ancora spazio per sensorialità ed introspezione? voglio credere di si.

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    - 70%
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Summary

Hypnotic Dirge Records (2014)

01. The Dance of Liquid Fire
02. No More Entry, No More Exit
03. No Stars
04. A City on Fire
05. Only Full Dark
06. Neswa-Pawuk
07. Flashback to My Lake