Nailed to Obscurity – Black Frost

Poteva uscire meglio, ma ci accontentiamo”.

Potrebbe essere questo il riassunto spicciolo dell’esperienza avuta con il quarto album della creatura tedesca Nailed to Obscurity. Purtroppo non ho avuto modo di approfondire la loro discografia e mi sono gettato senza troppi pensieri su questo Black Frost targato Nuclear Blast. Fra le cose è bello vedere come l’etichetta provi ancora oggi qualche incursione nel “poco commerciale” (e questo prodotto lo è sino al midollo, non si formano mai “ammiccamenti” ed è proprio la formula ad essere “datata”) tentando di iniziare un discorso con l’eventuale/prossima rivelazione in campo melodic-extreme metal.

I Nailed to Obscurity partono dalle basi di vecchi Katatonia e Opeth ma finiscono chissà come per apparire come una versione più ruvida dei finnici Insomnium. Ci fanno pure sentire una certa “fisicità” per quanto concerne l’impianto vocale e questo sarà anche il nodo cruciale da allentare per poter fruire al meglio dell’opera nella sua interezza. Serviranno almeno due ascolti per capire se le canzoni si stanno lavorando bene il nostro cervello o meno. Il primo “giro” dirà abbastanza poco, e anzi, probabilmente si porterà dietro un senso di noia e disagio elevati (per non dire eccessivi). Ma poi qualcosa dovrebbe cominciare a muoversi (almeno con me l’ha fatto!), ma dove finirà l’escalation non lo posso di certo dire io. Per quanto mi riguarda l’album si è assestato su un livello di poco superiore alla sufficienza, e sento che il discorso non è ancora chiuso del tutto, Black Frost nel suo modo poco convenzionale intriga e neppure poco, e questo nonostante la “portata” resti sotto ogni aspetto ben lontana dai grossi calibri del genere.

Insomma, confezionare un disco che non assurge alle vette del genere restando comunque interessante non è in fondo da tutti. C’è un freddo equilibrio all’interno di Black Frost, un equilibrio scandito anche dall’alternanza pulito/sporca della voce che non mancherà di farci pensare talvolta ai Crematory o incredibilmente ai Tiamat (provate ad ascoltare The Aberrant Host e sappiatemi dire). I tre quarti d’ora di gestazione sono lunghi, i Nailed to Obscurity si prendono tempo, si lasciano rapire da arpeggi e introspezione, fanno le cose con estrema calma e solo un’ampia dose di pazienza potrà comprovare le belle cose fatte sentire.

Tears of the Eyeless funge quasi da “hit”, ma per il resto non ci smuoveremo dalla scelta iniziale di una title track che finirà per turbare sogni e vissuto con il suo refrain per niente “bello” ma dalla strana e salda presa.

Solo senza particolari aspettative potrete godere di un affresco oscuro come Black Frost. Un disco per soli ed esclusivi affezionati del genere, la rimanenza non avrà scampo in senso negativo.

63%

Summary

Nuclear Blast Records (2019)

Tracklist:

01. Black Frost
02. Tears Of The Eyeless
03. The Aberrant Host
04. Feardom
05. Cipher
06. Resonance
07. Road To Perdition